Sentieriselvaggi21st – n.21 (copia cartacea)

Sentieriselvaggi21st – n.21 (copia cartacea)

15,00

Il n.21 della rivista cartacea trimestrale di Sentieri selvaggi

in copertina  

HIDEO KOJIMA

Le profezie del cinema

 

APERTURE

EDITORIALE

La verità estatica, da Werner Herzog a Hideo Kojima, di federico chiacchiari 

ILLUMINAZIONI

A House of Dynamite
Portobello
Fuori
Here/Presence

ITALIAN JOB

Grammatica della violenza nel cinema di Stefano Sollima, di federico rizzo

Dal contagio epidemiologico di ACAB alle metamorfosi geopolitiche di Soldado, emerge un cinema sulla scia di Mann e Bigelow, in grado di tratteggiare la progressiva dissoluzione dei confini morali tradizionali. Stefano Sollima documenta il contagio sistemico della violenza, fotografando personaggi non devianti ma perfettamente adattati a una società post morale dove legalità e illegalità condividono metodologie specularmente identiche

COVER  STORY

HIDEO KOJIMA

Gli inizi, di sergio sozzo

Questa cover story, dedicata al più grande autore di narrazioni e visioni del XXI secolo, fresco creatore di Death Stranding 2: On the Beach, continua a ricordarci che è forse nel videogame che risiede ancora quel potere di raccontare il mondo e le giovani generazioni che un tempo risiedeva nel cinema. Ma c’è un altro motivo per cui abbiamo deciso di dedicare questo numero al game designer giapponese: Hideo Kojima è il regista che ha dato forma al Domani

Nascita di un guru del XXI secolo,  di alessio baronci

Dagli esordi in Konami alla rivoluzione di Metal Gear Solid, arrivando fino a Death Stranding, forse la storia di Hideo Kojima è soprattutto quella di un creativo
fragile ma risoluto, che per tutta la vita ha cercato, attraverso i suoi giochi, di venire a patti con la sua identità profonda e con i fantasmi che l’hanno forgiata. Provando, nel frattempo, a coinvolgere i giocatori nel viaggio

Filosofia dello stealth, di pompeo angelucci

L’opera di Hideo Kojima è più impattante di quanto non sembri nel raccontare la contemporaneità. Il suo processo creativo tradisce un influsso di idee saldamente aderenti a una Storia in corso, a cui l’autore assiste e che, dopo aver interiorizzato, racconta. Una riflessione a partire dal documentario Hideo Kojima: Connecting Worlds.

Un corpo fatto di cinema, a cura di riccardo baiocco

La figura di Hideo Kojima è anzitutto un ponte, un crocevia di culture, capace di trasportare una sensibilità pienamente cinematografica nell’universo videoludico. “Il mio corpo è fatto al 90% di cinema”, recitavano le descrizioni dei suoi profili social. Esploriamo quindi la rete di conoscenze e collaborazioni che Kojima ha creato durante tutta la sua carriera

Made in Japan, di daniele d’orsi

I primi lavori di Hideo Kojima, seppur di enorme successo, non lo hanno reso un’icona agli occhi del pubblico nipponico, a causa di una vecchia tendenza dei giapponesi a mitizzare il brand, e non l’artista che crea il prodotto. E se la validazione culturale dell’autore arriverà sul suolo nazionale con un po’ di ritardo rispetto alla rapida legittimazione di cui ha goduto in Occidente, le opere del Sol Levante continueranno sempre a ispirare l’arte del game designer

 

TEMPI  Out From the Past

ARCHIVIO – STORIE DEL CINEMA

I “fatti” di Richard Fleischer, di giuseppe turroni

Nel 1971, pochi anni dopo aver diretto Lo strangolatore di Boston, Richard Fleischer torna a raccontare le gesta di un serial killer – termine allora ancora inedito al cinema e nell’immaginario collettivo – con uno dei suoi film più cupi e moderni: L’assassino di Rillington Place n.10, interpretato da Richard Attenborough e John Hurt. Giuseppe Turroni nell’antologia Americana (Ed. Bulzoni) scrive un accorato elogio al film e al cinema di Fleischer, autore spesso snobbato dalla critica italiana

VINTAGE – Back to the Future

Metamorfosi della paura. I primi 50 anni di Jaws, di guglielmo siniscalchi

Il “classico” di Steven Spielberg compie mezzo secolo e viene celebrato da un interessante documentario che racconta la genesi dell’opera e la sua eredità cinematografica e culturale. Retrospettivamente lo squalo di Jaws oggi appare non solo come il simbolo di un habitat che si ribella all’uomo, ma la variabile impazzita che manda in frantumi il sistema-comunità, il sogno piccolo-borghese americano

BIOGRAFIE

Tra mito e memoria. Il linguaggio filmico di Ryan Coogler, di eugenio grenna

Il regista di Black Panther e del sorprendente Sinners – I peccatori reinventa il cinema afroamericano contemporaneo fondendo lutto, identità e riscatto in uno stile che abbraccia il mito, l’intimo e il politico. Una filmografia, la sua, che riesce perfettamente a unire ricorrenti tematiche personali con i meccanismi della grande industria. Sullo sfondo, il dialogo tra il mondo dei vivi e quello dei morti

ALTRE NARRAZIONI

GRAPHIC NOVEL

London After Midnight. L’opera perduta rivive con un fumetto di Tod Browning, a cura di matteo pivetti

Considerato un film perduto dopo che un incendio ai magazzini MGM ne ha distrutto le uniche copie esistenti, l’horror di Tod Browning del 1927, interpretato da Lon Chaney, rimane ancora oggi l’ossessione perduta di storici e cinefili. Viene oggi riportato in vita dall’opera di Alcatena Enrique e Oyanedel Gonzalo per Edizioni NPE

 

SPAZI Open Space

MOSTRE

Visualizzare una poetica. The Art of James Cameron, a cura di dario boldini

La mostra, ideata dalla Cinémathèque e ospitata al Museo del Cinema di Torino, in oltre 300 opere originali propone disegni, dipinti, oggetti di scena, costumi, modellini e tecnologie 3D tutte realizzate dall’autore di Terminator e Avatar. La retrospettiva affronta pienamente le ossessioni e le connessioni di un percorso artistico in cui il cinema è solo la destinazione finale e compiuta di una visione capace di esprimersi attraverso il disegno, l’ingegneria, la sperimentazione tecnologica e il marketing creativo

(NEO)REALISMO

Abitare è essere ovunque a casa propria, di aldo spiniello

Nei film dell’ultimo periodo si avverte la sensazione di una perdita di coordinate, una specie di crisi nel modo in cui il cinema racconta i luoghi e il nostro rapporto con gli spazi. Soprattutto dalla selezione di Cannes emerge una tendenza alla deriva, uno smarrimento di identità dei luoghi come riflesso della nostra capacità di comprenderli e abitarli

 

TEMPI No-Future

TRACCE DIGITALI

La tempesta di sabbia e lo struzzo, di marco pratellesi

Siamo sicuri che affidare l’informazione a piattaforme che appiattiscono tutto sia la strada verso un giornalismo più rilevante e di qualità? Non è che ci troviamo di fronte a un’editoria incapace di trovare da sola le risorse per rialzarsi e svolgere quel ruolo da cane da guardia dei poteri, indispensabile per la salute democratica? La battaglia per il futuro del giornalismo si combatte sulla qualità e rilevanza dell’informazione che siamo in grado di offrire al lettore, non importa su quale piattaforma. Se perderemo saremo inevitabilmente travolti da una valanga

 

LONG FORM STORIES

Archiviare la finzione. Conversazione con Asif Kapadia,  di dario boldini

Dalle opere dedicate ad Ayrton Senna, Diego Armando Maradona e Amy Winehouse al futuro distopico di 2073, il pluripremiato cineasta britannico ci ha raccontato l’evoluzione del suo cinema che, costantemente a cavallo tra fiction e documentario, scava nell’archivio nel tentativo di raccontare gli esseri umani e leggere le traiettorie del futuro

 

TIME OUT
#TENNIS
#STAND UP
#SADGIRL

SEGNALAZIONI

Visioni selvagge, a cura di simone emiliani

Tra sala cinematografica, streaming e serie tv, ecco i titoli che abbiamo amato di più e che segnaliamo ai nostri lettori

Collateral, a cura di sergio sozzo

traiettorie extracinematografiche espanse da non perdere

DOPPIO SCHERMO

Death stranding 2: on the beach