Sentieriselvaggi21st – n.1 (copia cartacea)
15,00€
il n.1 della rivista cartacea bimestrale di Sentieri selvaggi
in copertina
STAND UP, JOHN!
Belushi 70 e la Post-Comedy
Sommario
APERTURE
EDITORIALE Il “nostro” Big Bang, di Carlo Valeri
ILLUMINAZIONI
Bauhaus
Roma
Bandersnatch
THE ITALIAN JOB
Luca Guadagnino, i film della “sua” vita, di Simone Emiliani
Dall’opera prima The Protagonists all’ultimo remake-omaggio di Suspiria, una libera ricognizione su temi e suggestioni di quello che è forse oggi l’unico nostro cineasta veramente internazionale. Un cinema che depista, sorprende, irrita e lascia il segno come pochi altri
COVER STORY
Lo stand-up per elder millenials, di Sergio Sozzo
Che cos’è la post-comedy e come, ancora una volta, il linguaggio della commedia si sta rinnovando in quanto veicolo principale per leggere la contemporaneità? Con l’aiuto di Netflix (e di Vulture), ecco il nostro viaggio attraverso la più recente costellazione di imprescindibili sabotatori comici, e delle loro sterminate arene virtuali
Approfondimenti
John Belushi, Una dolcissima ape da una tonnellata, di Federico Chiacchiari
Il 24 gennaio 2019 John Adam Belushi avrebbe compiuto 70 anni. La modernità del corpo-comico di Belushi lo rende incredibilmente un’icona contemporanea, meravigliosamente in volo in mezzo alla generazione di stand- up comedian di oggi. Voce, corpo, sguardo, anima dissennata, tra cinema, teatro, musica e TV. Lo ricordiamo con un brano dal nostro volume John Belushi, L’anima blues in un corpo punk: il comico demenziale, del 1996
I migliori “comedian” under 40 su Netflix, di Luca Marchetti
Basta la parola…, di Federico Chiacchiari
Nel pieno della “civiltà dell’immagine” ecco spuntare due elementi diversi che sembrano rimettere “al centro del Villaggio” il sapore e il potere magico della parola: Alexa e gli stand-up comedian. Piccolo viaggio nel nuovo mondo della parola 2.0…
ALTRE NARRAZIONI
GRAPHIC NOVEL
Belushi, in missione per conto di Dio, di Alberto Schiavone e Matteo Manera
Il romanziere Alberto Schiavone traccia sette fugaci istantanee dalla vicenda biografica e artistica di John Belushi, dal primo provino al successo di Second City, dal SNL ai grandi cult Animal House e Blues Brothers, passando da 1941 – Allarme a Hollywood, Chiamami Aquila, I vicini di casa. Aleggia la predestinazione di una parabola votata al tracollo: quello che le stringate didascalie evitano di sottolineare, viene ripreso dall’ampio respiro e dalla potente resa epidermica delle tavole di Matteo Manera. Tra le vignette sfilano Dan Aykroyd, John Landis, Steven Spielberg ma anche l’amore grande di Judith Belushi, i fratelli Jake e Elwood, Joe Cocker, Bluto Blutarsky, e i vari Beethoven, Samurai e commesso di fast food dei celebri sketch televisivi. Schiavone e Manera inanellano una sorta di playlist esistenziale belushiana (con tanto di indicazioni, i Ventures, Randy Newman, ecc) in cui narrazione e disegni restituiscono la grande, disperata fragilità del Mito, il sogno americano al momento ineluttabile del risveglio.
TEMPI Out from the Past
ARCHIVIO- STORIE DEL CINEMA
Schermo delle mie brame, di Enzo Ungari
Forse il miglior omaggio che possiamo fare per ricordare Bernardo Bertolucci (che scrisse assieme a lui la sceneggiatura de L’ultimo imperatore) è pubblicare, 40 anni dopo, alcuni degli scritti del più talentuoso, originale e creativo, dei critici cinematografici italiani, Enzo Ungari. Una figura poco celebrata e conosciuta nella pubblicistica italiana, ma che meglio di tutti riesce a rappresentare quella magnifica “stagione dei cineclub”, tra la fine degli Anni ’60 e i primi Anni ’80, che attraverso nuove modalità di visione (il cineclub, le “maratone di film” alla grande arena di Massenzio a Roma, la sezione Mezzogiorno/Mezzanotte a Venezia) ha anticipato pratiche di consumi culturali che passano anche dalle “notti” di raitre di enrico ghezzi, fino alle attuali “grande abbuffate” della visione streaming di Netflix, Prime, ecc…
L’amico geniale, di Franco Ferrini
Un magnifico ricordo in prima persona di Enzo Ungari, da parte del suo amico, complice, mangiatore di film dell’epoca, Franco Ferrini. Tra visioni ripetute, cineclub, trattorie, analisi di film, premonizioni e notti con i fascisti…
Enzo Ungari, un nomade dalle radici liquide, di Daniele Ceccarini
VINTAGE – BACK TO THE FUTURE
Surf generation, di Carlo Valeri
Cavalcare le onde è un atto di ribellione contro la società e lo scorrere inesorabile del tempo e il cinema lo ha saputo raccontare con una potenza romantica unica. Ecco allora una panoramica su questo legame particolare, dall’epopea romantica di John Milius ai personaggi adrenalinici di Kathryn Bigelow
BIOGRAFIE
Citizen Welles, di Fabio Fulfaro
La proteiforme vita di Orson Welles sembra una sceneggiatura infinita, un work in progress bulimico e instancabile, un film nel film, un’opera d’arte contrappuntata da sfavillanti impennate e clamorose cadute
The Other Side of the Wind, di Sergio Sozzo
Questo progetto per anni incompiuto e finalmente “distribuito” da Netflix conferma in Welles un cineasta del futuro, un profeta delle forme e delle fruizioni, della truffa letale del punto di vista
SPAZI Open Space
TRAIETTORIE URBANE
Paul Virilio, il pensatore che anticipò il XXI secolo
Scomparso nello scorso settembre, il filosofo, urbanista, scrittore ed esperto di nuove tecnologie ci ha raccontato, “mentre che accadeva”, il nostro mondo ormai definitivamente mutato dalla scienza della velocità. Lo ricordiamo attraverso citazioni, immagini, brani di intervista e un testo di Daniele Dottorini
Lo spazio e il tempo, di Daniele Dottorini
TRAIETTORIE URBANE
Il mondo è pieno di buchi. Gordon Matta-Clark, di Aldo Spiniello
A più di quarant’anni dalla scomparsa, mostre e pubblicazioni ragionano ancora sull’opera di Gordon Matta-Clark (1943-1978), l’artista celebre per i suoi tagli negli edifici abbandonati e fatiscenti. Un’opera e un pensiero, in realtà, molto più complessi e trasversali, con l’obiettivo politico di stravolgere e liberare il nostro modo di vedere e la nostra concezione dello spazio
TEMPI No-Future
SITE MAP
Riattraversamenti testuali: Marvel’s Spider-man
GAME- OUT
Red Dead Redemption II, di Enrico Rizzato e Federico Baleani
Considerato all’unanimità il miglior titolo videoludico del 2018 e un nuovo decisivo passo in avanti nell’arte del videogame, RDR2 è un tentativo di esperienza tattile attraverso l’immersività del giocatore. In questo, anticipa verosimilmente modalità che il cinema e gli altri mezzi di comunicazione adotteranno tra poco (Bandersnatch?). Non solo perché ogni oggetto è, appunto, letteralmente toccabile come non era mai successo in un videogioco, neppure tra le avventure “open world”, ogni porta è apribile, ogni cavallo sellabile, ogni foresta attraversabile, e così via. Ma perché, nonostante questo aspetto di altissima interattività, nemmeno per un istante il gioco lascia al nostro tocco la possibilità di essere in pieno controllo di quanto stia succedendo. Attraversarlo non assomiglia mai alla pressione soft che esercitiamo sugli schermi mobile per lo scrolling delle nostre bacheche e delle app. Il mondo di Red Dead Redemption 2 non è mai a portata di dito, ed è ben più grande del nostro polpastrello. Una prospettiva nuova per l’esperienza digitale, che sembra dare ascolto ad una delle regole-chiave di David Weinberger (Elogio del disordine: le regole del nuovo mondo digitale) per adattarsi al nuovo “disordine virtuale”: rinuncia al controllo.
AR/VR
Le immagini non servono più. Intervista a Daito Manabe, di Federico Fianchini
Abbiamo intervistato Daito Manabe e potuto ammirare il mondo dalle sue vette mentali. Il digital guru di fama mondiale, già collaboratore di Bjork e creatore per Nike e D&G, ci ha parlato di tanti temi, dal cinema al blockchain, dalla musica alla realtà aumentata. Concetti sorretti da un’eccezionale concretezza di studio, scienza e sperimentazione
TRACCE DIGITALI
La schiavitù delle intelligenze artificiali, di Andrea Signorelli
La misura di un uomo è una puntata di Star Trek che affronta un nodo che in futuro potrebbe diventare cruciale nel definire il rapporto tra l’uomo e le macchine intelligenti. È giusto far lavorare software e robot ai nostri ordini senza il diritto di avere nulla in cambio?
Intervista ad Andrea Signorelli (a cura di Carlo Valeri)
Cosa sappiamo sull’intelligenza artificiale? Quanto siamo immersi in un mondo dominato dall’algoritmo? Che responsabilità avrà l’essere umano in un futuro in cui le macchine saranno sempre più protagoniste? Ne parliamo con il giornalista Andrea Daniele Signorelli
LONG FORM STORIES
CONVERSAZIONI
Mario Martone. La rivoluzione siamo noi (a cura di Aldo Spiniello, Sergio Sozzo, Simone Emiliani)
Capri, inizi del ‘900. Una giovane capraia, una comune di pittori e artisti, la guerra alle porte, il mondo in trasformazione, la cultura popolare e arcaica a confronto con posizioni radicali e innovative, con l’avanguardia e le idee di un socialismo rivoluzionario. È questo il punto di partenza di Capri-Revolution, ultimo lavoro di Mario Martone, che, nei fatti, è un vertiginoso viaggio nel tempo, lungo le innumerevoli traiettorie delle storia, tra passato e futuro. Abbiamo incontrato il regista per parlare del film e del suo cinema. Ma anche di Joseph Beuys, di arte, di musica, di tecnologia, di politica. E di utopia…
STORIE
Willem Dafoe, di Francesca Bea
“Mi piace avere una sorta di maschera, perché penso che aiuti sempre ad andare più in profondità”. Chi è veramente Willem Dafoe? Viaggio attraverso il corpo, la voce, l’anima, le metamorfosi e le opere di uno degli attori più enigmatici, completi e attivi del nostro tempo
RUBRICHE
IL CORPO ESPANSO
#A Colpo d’occhio, di Daniele Dottorini
#La règle du jeu, di Demetrio Salvi
#OM, di Sergio Sozzo
#Language Design, di Yvonne Bindi
#Sensibilia, di Guglielmo Siniscalchi
#Sesto Senso, di Leonardo Lardieri
#(In)Versi, di Shadows